Maggio tempo di Giaggioli: sbarbucciatura e coltivazione a ProfumArti

È maggio e proprio ieri la vicina di casa ci ha regalato una decina di rizomi di Iris Germanica, che noi chiamiamo Giaggiolo. Fino a metà mese questo fiore bellissimo ricopre a perdita d'occhio i campi di queste zone. Insieme all'olivo può dirsi il terroir di questa parte di Toscana. Il fiore viola chiaro e le lunghe foglie grigio-verdi si sposano dolcemente con l'argento degli oliveti. Che dire: per me è il fiore più bello del giardino, più semplice e rustico del suo parente decorativo. Mi ricorda quando da piccola andavo con la nonna a sbucciarne la radici dai contadini della montagna, all'ombra degli alberi. Avevamo un roncolino affilato per ripulire e si stava a chiacchierare tutto il pomeriggio mentre si facevano mucchietti di queste radici bianche e profumate.

Stamattina durante una dimostrazione alla fiera del Giaggiolo ProfumArti di Castelfranco ho potuto fotografare alcuni coltivatori del Pratomagno, Maurizio Vernini e Simone Botti, mentre facevano la sbarbucciatura. Nel blog "Il Giaggiolo - coltivazione alle pendici del Pratomagno" di Maurizio Vernini si possono leggere molte notizie interessanti sugli usi del giaggiolo. 

Forse non tutti sanno che il giaggiolo è una componente importantissima della chimica dei profumi: i coltivatori del Pratomagno commerciano in particolare con le aziende di Grasse, in Francia.

Fiori di giaggiolo misti a maggio (ginestra)

sbarbucciatura

Maurizio a lavoro

le radici vengono lavate

Simone monda una radice

giaggioli mondati destinati alla produzione di liquori

giaggioli tagliati a fette destinati alla produzione di profumi

giaggioli messi a essiccare sulle stuoie

dimostrazione di una coltivazione di giaggioli

i giaggioli messi a dimora

raccolta di giaggioli